Ergastolo bianco, una seconda soggettiva.

Sono recluso in una comunità forense per folli rei da 6 mesi. Non so quando potrò uscire da questa detenzione. Questo dipende essenzialmente dal giudice: potrò uscire da qui a suo insindacabile giudizio, quando mi revocherà la pericolosità sociale. Vivere una condizione di limitazione della libertà personale che virtualmente può durare tutto quanto mi rimane da vivere, è qualcosa che mi turba nel profondo. Esistono numerose associazioni che si battono contro la misura detentiva dell'ergastolo, giudicata una condanna disumana.

Ergastolo bianco.

Scoppia il caldo, con largo anticipo. L'umidità atmosferica, in un caleidoscopico turbinio di nubi, è svanita senza lasciare traccia per ghiacci, campi, piante, laghi, e fiumi. Sorvegliato da una gran parata di nubi vorticose e beffarde, stilettanti contro gli Dei, il Piemonte avanza inesorabile lungo la curva di declino del vivente, voluto dalla Grande Marcia del Capitale. Tutto il pianeta avvizzisce, e noi con lui. Gli uomini pensano al superfluo, essenziale e vitale sono dimenticati. Tutto ciò che alimenta la vita, svanisce.

Cantare come un usignolo.

Ho quasi sempre avuto una vita molto attiva. Nei periodi di intensa attività, sono giunto a lavorare anche 18 ore al giorno. Più volte ho passato diversi giorni senza dormire, per lavorare. Ho lavorato per contadini, locali notturni, senatori, militari, comune, regione, Università, CNR, circoli politici, professori depressi e demotivati, comitati di cittadini indignati e nullatenenti, partiti politici. In vita mia ho davvero lavorato molto.

Hanno legato la zia Lia

"Hanno legato la zia Lina", Sensibili alle Foglie.

Venerdì 13 maggio torniamo a parlare di contenzione presentando il libro: "Hanno legato la zia Lia".

In questo paese si muore ancora legati ai letti di contenzione, come è successo lo scorso novembre ad Abdel Latif, ventiseienne tunisino, legato al letto per 100 ore nel reparto di psichiatria dell’Ospedale san Camillo di Roma.

Roco senza voce.

Anche oggi il cielo da spettacolo. Dura, bianca e metallica, l'intensa luce del sole colpisce il suolo e scotta la pelle. Immense nubi oceaniche transitano veloci tra suolo e sole, occultandolo. Velocissime e turbinose, svolazzano nel cielo rendendolo un caleidoscopio di colori e di temperature, di sfilacciati filamenti di vapore fumante. I fenomeni del cielo sono veloci, sempre più veloci; come sul punto di esplodere in un parossismo di vorticare sincopato.

Pioggia, sembra, ma non è.

Da qualche giorno siamo interessati da un forte ciclone. La luce che raggiunge il suolo è al contempo grigia e brillante, quasi acceca. Il cielo è grigio, velatamente grumoso; diverse tonalità di un profondo azzurro cobalto sembrano illuminare il suolo dai diversi settori della volta celeste coperta dal basso e tetro strato di nubi cicloniche odorose di oceano Atlantico. Sembra piovere, ma a pensarci bene è più una illusione che la vera realtà: dalle nubi cadono lentamente al suolo solo finissime e estremamente rade goccioline d'acqua, fortemente disomogenee.

L'agranulocitosi e l'aumento di transaminasi associato all'assunzione di neuroplegici è in parte spiegata dalla citotossicità di questi farmaci.

Globuli rossi osservati al TEM

Munyon W H , Salo R , Briones D F, 1987. Effetti citotossici dei neurolettici. Psicofarmacologia (Berla), 91(2):182-8. doi: 10.1007/BF00217059.

Sonnolenze

Ci addentriamo attraverso il giardino diretti alla sala da pranzo. Grigi, muti, silenti e imbacuccati. Neppure un fiato o uno sguardo. Ciondoliamo come bambolotti panciuti e obesi a cui è impossibile di volta in volta scegliere quale dei due piedi appoggiare a terra. Scuri e indolenti, lenti, attraversiamo il cortile, irraggiato a rasoterra dai bassi raggi solari giallo paglierino pallido e dorato, nell'aria fresca, ma al contempo già afosa, di questo precoce martedì di primavera.

Verso l'estate

Anche questo pomeriggio ho dormito. Un sonno greve, pesante, sudato e rantoloso. Animato da sogni intensi e frettolosi. I ricordi s'infiammavano come esplosioni, avvolgendomi di fiamme fredde, per poi riassorbirsi nel mio corpo in fiamme, e a lasciarmi un rantolo in più. Via un sogno, via quello dopo, ricordo dopo ricordo, fino all'ultima fiammata pesante e roca.

Incede il sole nel coro fraterno dell'emule sfere.

"Incede il sole nel coro fraterno dell'emule sfere".

Non posso fare a meno di pensare al Faust di Goethe nell'osservarmi attentamente qui, chiuso in questa comunità forense, mentre la bella stagione avanza e l'astro che "Ognuin per la sua calle mena", come definisce Dante il sole nel primo canto dell'inferno, svetta sempre più alto nella sua traiettoria attraverso la volta cieleste, dietto al suo culmine estivo.

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