Solitudine.

E' un anno e due mesi che sono recluso, all'ergastolo bianco, in una comunità forense. Non so quando potrò uscire da questa condizione di reclusione. L'incertezza è sfibrante, ma... In una delle prime lettere che ho inviato dal carcere, scrivevo ad una amica che volevo prendere a spunto la reclusione nel carcere come metafora della "vita libera". In effetti, non c'è soluzione di continuità tra il più duro dei regimi carcerari e la libertà che gode il cittadino comune. Questo per esplicitare che, il cittadino comune, gode di pochissima libertà, e comunque questa è gradata e sfuma in contiguità nella detenzione più dura. Lo stesso si potrebbe scrivere per il sistema di reclusione psichiatrico. Non c'è soluzione di continuità tra lo stato di autocontrollo e autosorveglianza operato quotidianamente dal cittadino libero, il trattamento in ambulatorio del folle, lo stato di reclusione nella REMS del folle reo, o del folle legato al letto di un repartino psichiatrico. La gradazione delle forme di privazione della libertà si sono fatte così opprimenti e pervasive che, in termini di libertà godute, la vita da uomini liberi non è poi così diversa dalla vita nel carcere, in termini di libertà godute ed esercitate. Quello che cambia, non è la libertà goduta, ma la durezza e l'asprezza della pena sofferta se si infrange regola, uso, costume o legge. E il passo tra una condizione di libertà apparente ad una di reclusione manifesta è molto breve e sfumato. Carcere, REMS , Repartino Psichiatrico, si connotano per essere delle parentesi più o meno definitive, a carattere fortemente punitivo certo, ma in termini di libertà godute, il cittadino "libero" non è fondamentalmente meno carcerato del cittadino privato coercitivamente della libertà in queste strutture. In carcere come in manicomio, si è tenuti prigionieri, ma da altri prigionieri: come nel mondo del lavoro. Chiedendo gli elettori leggi più dure e più carcere più punitivo per i rei, il carcere ha sconfinato dalle zone urbane periferiche in cui era nascosto ed è dilagato con i suoi dispositivi ovunque: nelle strade, nelle aule scolastiche, negli ambienti di lavoro, negli ospedali. La condizione carceraria, s'è fatta così pervasiva e globale.