Il processo. Morto dopo il Tso, lo psichiatra: “Andrea non doveva essere caricato così”.

Fotoritratto di Andrea Soldi

Il processo. Morto dopo il Tso, lo psichiatra: “Andrea non doveva essere caricato così”. Le parole del medico, imputato insieme a tre agenti della polizia municipale, per il caso del 45enne affetto da schizofrenia, deceduto nell'agosto del 2015 a Torino. Fonte: Cronaca qui, https://www.cronacaqui.it

“Dopo essere stato immobilizzato, Andrea Soldi fu sistemato prono sulla barella. Io ero sicuro che sull’ambulanza gli avrebbero fatto cambiare posizione perché non era quello il modo di caricare un paziente. Un conto è un tragitto di una decina di metri, un conto è un trasporto in ospedale. Gli ambulanzieri lo sanno”. E’ quanto ha detto oggi in tribunale Pier Carlo Della Porta, medico psichiatra, imputato insieme a tre agenti della polizia municipale per il caso del 45enne torinese – affetto da schizofrenia – morto nell’agosto del 2015 durante un Tso.

IL RACCONTO DELLO PSICHIATRA
Della Porta ha spiegato che fu il padre di Soldi a chiedergli che fosse ricoverato. “Il suo racconto – ha riferito – mi aveva allarmato. Conoscendo la situazione del paziente, avevo compreso che era in corso una esacerbazione acuta della patologia”. Andrea fu avvicinato dallo psichiatra, da un infermiere (non imputato) e dai tre vigili in un giardino pubblico. “Gli chiesi come stava – ha ancora detto Della Porta – e lui urlò ‘bene’. Era arrabbiatissimo. Aveva delle dispercezioni evidenti. Il quadro clinico era grave. Peggio di quello che mi aspettavo”.

SOLDI FU BLOCCATO DAGLI AGENTI
A bloccare Soldi furono gli agenti. “Mentre era sulla barella, fuori dall’ambulanza, gli misurammo la pressione: era 110. Niente di preoccupante. Io poi andai autonomamente al pronto soccorso. All’arrivo notai della concitazione: al triage vidi Andrea a terra, con attorno due o tre persone che facevano i movimenti tipici della rianimazione“.

PRESIDIO DAVANTI AL PALAGIUSTIZIA
“Quella di Andrea non è una storia di malasanità, un errore nell’attuazione di un provvedimento terapeutico, ma è la più tragica conseguenza di pratiche quotidianamente perpetrate dalla psichiatria”. E’ quanto si legge, invece, nel volantino distribuito da un gruppo di persone, vicine ai centri sociali torinesi, che questa mattina hanno organizzato un presidio dinanzi al palazzo di giustizia di Torino, dove era in corso il processo per la morte di Andrea Soldi.

LE PAROLE DEI MANIFESTANTI
“Nel caso di Andrea – dicono i manifestanti – ci sono tanti testimoni, occhi e orecchie di persone che hanno assistito a ciò che mai avrebbero potuto immaginare, visto che la repressione psichiatrica avviene nella solitudine degli utenti, nel silenzio delle loro famiglie, all’interno di reparti chiusi e di luoghi isolati”.