Siamo sicuri che il problema siano solo le voci?

Da quando Ron Coleman e altri hanno distrutto il tabù sull'ascolto delle voci l'attenzione di molta gente si è concentrata su questo bizzarro fenomeno. Un risultato è stato ottenuto. Ho visto con i miei occhi che il nuovo DSM non considera più l'ascolto delle voci automaticamente come sintomo di psicosi, però in me sorge una questione, a mio avviso il "voice hearing" non è isolato. A mio avviso fa parte di una costellazione di fenomeni ancora poco chiari; ad esempio io per rispondere ai miei interlocutori eterei mi rendo completamente trasparente agli altri, creando quello che viene chiamato "pensiero rubato". Un altro fenomeno, secondo me, è il dare significato magico alle scritte sui muri, alle insegne dei negozi, ai nomi delle strade; spero voi capiate cosa intendo per interpretazione magica: questo è solo una parte di quelli che potremmo chiamare "deliri di riferimento": tutto il mondo acquisisce significato e questo ha a che vedere con la vita di chi ha questo imponente "flash".

Per ritornare al "pensiero rubato", mi è stato fatto notare da una signora calabrese che nei cimiteri di tutta italia le vecchiette e i vecchietti sentono le voci dei propri coniugi morti e rispondono sia lasciandosi leggere il pensiero (per l'appunto "pensiero rubato") sia parlando ad alta voce senza nessun timore di passare per pazzi. Sia mia madre sia la mia carissima prozia parlavano con i loro mariti morti, li sognavano e questi morti parlavano con loro, da quello che loro chiamavano il purgatorio. Ho insistito sul pensiero rubato e sul delirio di riferimento perchè in me sono fortissimi, fino al punto di passare intere ore in cui sono convinto che tutti mi leggano nel pensiero e che gli eventi semantici che incontro abbiano un significato particolare solo per me.

Ribadisco, l'ascolto delle voci è solo la punta dell'iceberg di una serie di eventi che la cultura occidentale non padroneggia, il padroneggiarli ci renderebbe qualcosa di simili agli sciamani della Siberia e del continente americano. Alla prossima.

Emanuele Grassi