Il viaggio di "Marco Cavallo" per chiudere i manicomi giudiziari

Scizzo di Marco Cavallo

Simbolo della lotta per la chiusura degli ospedali psichiatrici civili poi realizzata dalla legge Basaglia, il cavallo di cartapesta alto quattro metri sarà presente alle manifestazioni organizzate in tutta Italia, a partire da oggi fino al 25 novembre, per sensibilizzare popolazione e politici affinché la prevista chiusura dei manicomi giudiziari non si limiti a riproporre lo stesso tipo di struttura su scala regional. 12 novembre 2013 (red). Fonte: http://www.lescienze.it

Per riuscire a porre fine allo scempio degli OPG, gli ospedali psichiatrici giudiziari, torna a viaggiare per l'Italia - dal 12 al 25 novembre - “Marco Cavallo”, il grande cavallo azzurro di cartapesta alto quasi 4 metri che quarant'anni fa, il 25 febbraio 1973, guidò il corteo degli internati fuori delle mura dell’Ospedale psichiatrico di San Giovanni a Trieste. Quello fu uno dei primi atti della battaglia dello psichiatra Franco Basaglia, che avrebbe portato alla chiusura dei manicomi grazie alla Legge 180 del 1978.

A quella legge, nota anche come legge Basaglia, erano però sopravvissuti gli OPG - che attualmente sono sei (Barcellona Pozzo di Gotto-Messina, Aversa, Napoli Secondigliano, Montelupo Fiorentino, Reggio Emilia e Castiglione delle Stiviere–Mantova) e ospitano un migliaio di persone – la cui chiusura dovrebbe avvenire entro la fine di marzo del 2014. Esiste però il concreto rischio che la loro chiusura si traduca in una semplice trasformazione da OPG a gestione statale in mini-OPG a gestione regionale, diversi solo per dimensioni e distribuzione territoriale, ma con la stessa impostazione delle strutture appena soppresse.

Il viaggio di "Marco Cavallo" per chiudere i manicomi giudiziariSchizzo originale del cavallo di cartapesta "Marco Cavallo".
Il problema, osservano infatti i responsabili delle manifestazioni che ruotano intorno al nuovo viaggio di Marco Cavallo, un cartello di istituzioni e associazioni riunite sotto il nome di "stopOPG" – non è infatti soltanto la condizione di estremo disagio fisico, igienico, ambientale che caratterizza che caratterizza le strutture dei vecchi manicomi giudiziari, ma anche il grave disagio psicologico legato all'ignorare quando finirà la pena, e dunque la reclusione, in aperta contraddizione con il riconoscimento del carattere spesso transitorio del disturbo psichico.

I luoghi in cui si vogliono ora trasferire e rinchiudere gran parte degli internati – osservano i promotori di "stopOPG" - non rappresentano un superamento degli OPG, ma “restano dei luoghi di sofferenza, separazione e custodia, riproducendo a dispetto della Legge 180, istituzionalizzazione, riduzione del disagio mentale a pericolosità sociale”.

“In alternativa, è oggi ampiamente dimostrato, persino da due sentenze della Corte Costituzionale, che le persone possono ('devono') essere prese in carico dai Dipartimenti di salute mentale, con programmi e con risorse ad essi riservati. Un forte servizio di salute mentale territoriale (h24) e una adeguata e pronta assistenza in carcere riducono e alla fine rendono inutile il ricorso a forme speciali di detenzione.”

Per cercare di individuare e attuare anche per gli ospiti degli OPG, o almeno per la maggior parte di loro, soluzioni radicalmente diverse, basate su processi di inclusione sociale e buona assistenza sul territorio attraverso Centri di Salute Mentale h24, “Marco Cavallo” riprenderà il suo viaggio da Trieste facendo tappa nei sei manicomi giudiziari e in alcune delle sedi dei nuovi mini OPG.

Informazioni dettagliate sulle tappe e le manifestazioni previste sono reperibili ai siti www.stopopg.it e www.forumsalutementale.it.