Il mito della schizofrenia come malattia cerebrale progressiva.

Fotoritratto di John Nash premio Nobel per l'economia

Bollettino della Schizofrenia, 7 dicembre 2007. Il mito della schizofrenia come malattia cerebrale progressiva. Di Zipursky R.B., Reilly T.J., Murrai R.M. Dipartimento di Psichiatria e Neuroscienze Comportamentali, Università di McMaster, Hamilton, Ontario, Canada. Fonte: http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed. Nella foto, John Nash, premio Nobel per l'economia.

Riassunto.
La schizofrenia storicamente è stata considerata una malattia degenrativa, una visione recentemente rafforzata dall'osservazione mediante immagini raccolte con la Risonanza Magnetica Nucleare (NMR) di una progressiva perdita di tessuto cerebrale a partire dai primi anni di malattia. D'altro canto, i gruppi di utenti e famigliari argomentano con veemenza crescente che guarire dalla schizofrenia è possibile guarire. Questo articolo rivisita criticamente i precedenti studi longitudinali di (1) prognosi cliniche, (2) misure del volume cerebrale effettuate con NMR, e (3) il funzionamento cognitivo. In primo luogo, le prove raccolte evidenziano che anche se un 25% delle persone affette da schizofrenia va incontro ad una scarsa remissione sul lungo periodo, pochi di questi mostrano un aumento della perdita di massa cerebrale, quale è una caratteristica delle malattie neurodegenerative. In secondo luogo, gli studi condotti con la NMR dimostrano solo una sottile anomalia nella massa cerebrale al primo episodio psicotico e del successivo decremento del volume cerebale; comunque, quest'ultimo decremento può essere spiegato come effetto dei farmaci antipsicotici, dall'abuso di sostanze psicoattive e da altri fattori secondari. Terzo, quantunque i pazienti mostrino un deficit cognitivo se confrontati con il gruppo di controllo, le funzioni cognitive non appaiono deteriorarsi con il tempo. La maggior parte delle persone affette da schizofrenia ha il potenziale di raggiungere sul lungo periodo la remissione e il recupero delle funzioni perdute con la malattia. Il fatto che in alcuni casi si assita ad un deterioramento nel tempo delle funzioni mentali, può riflettere ad uno scarso accesso (o una scarsa aderenza) al tratamento, l'effetto di condizioni contingenti e un impoverimento economico e sociale. I professionisti della salute mentale dovrebbero unirsi ai pazienti e alle loro famiglie nel comprendere che la schizofrenia non è una maligna malattia neurodegenrativa che nel tempo va inesorabilemente incontro ad un deterioramento del cervello, ma piuttosto che è una malattia nella quale molte persone possono raggiungere un sostanziale grado di guarigione.

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Schizophr Bull. 2012 Dec 7. The Myth of Schizophrenia as a Progressive Brain Disease. Zipursky RB, Reilly TJ, Murray RM. Source: Department of Psychiatry and Behavioural Neurosciences, McMaster University, Hamilton, Ontario, Canada. http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed

Abstract
Schizophrenia has historically been considered to be a deteriorating disease, a view reinforced by recent MRI findings of progressive brain tissue loss over the early years of illness. On the other hand, the notion that recovery from schizophrenia is possible is increasingly embraced by consumer and family groups. This review critically examines the evidence from longitudinal studies of (1) clinical outcomes, (2) MRI brain volumes, and (3) cognitive functioning. First, the evidence shows that although approximately 25% of people with schizophrenia have a poor long-term outcome, few of these show the incremental loss of function that is characteristic of neurodegenerative illnesses. Second, MRI studies demonstrate subtle developmental abnormalities at first onset of psychosis and then further decreases in brain tissue volumes; however, these latter decreases are explicable by the effects of antipsychotic medication, substance abuse, and other secondary factors. Third, while patients do show cognitive deficits compared with controls, cognitive functioning does not appear to deteriorate over time. The majority of people with schizophrenia have the potential to achieve long-term remission and functional recovery. The fact that some experience deterioration in functioning over time may reflect poor access, or adherence, to treatment, the effects of concurrent conditions, and social and financial impoverishment. Mental health professionals need to join with patients and their families in understanding that schizophrenia is not a malignant disease that inevitably deteriorates over time but rather one from which most people can achieve a substantial degree of recovery.