Sul lungo periodo, l'aloperiodolo causa gravi danni al sistema nervoso centrale, e non migliora la vita del paziente.

Contenzione fisica di un paziente, dipinto.

Rom J Morphol Embryol. 2016; 57 (2): 477-81.
Mutică M (1), Marinescu I, Militaru F, Pîrlog MC, Udriştoiu I.Risultati clinici e biologici del trattamento prolungato con haloperidolo nella schizofrenia. Informazioni sull'autore: (1) Dipartimento di Psichiatria, Facoltà di Medicina, Università di medicina e farmacia di Craiova, Romania, E-Mail: [email protected].

Riassunto.

La schizofrenia paranoica a lungo termine è una sfida per la ricerca clinica e terapeutica, in particolare perché il decorso cronico è difficile da identificare a causa dell'alto tasso di mortalità in questa categoria di pazienti. La stabilità terapeutica di una molecola antipsicotica (Aloperidolo) è veramente un'eccezione, in quanto l'attuale tendenza nel caso di un decorso sfavorevole è basata sulla versatilità terapeutica e sulla polifarmacia. L'Aloperidolo è l'antipsicotico di prima generazione che viene indicato nelle linee terapeutiche come "standard d'oro" per quanto riguarda la sua efficacia nei sintomi positivi. La ricerca sulla psicofarmacologia fondamentale e molecolare ha mostrato l'aggressività di questa molecola sulle catene di segnalazione secondarie e terziarie, incluse le alterazioni mitocondriali. Sui pazienti maschi con schizofrenia paranoica (sintomi positivi) e un decorso cronico di più di 35 anni che hanno ricevuto esclusivamente l'aloperidolo, il nostro studio ha dimostrato un esito negativo con la perdita del funzionamento sociale, persistenza di sintomi positivi, sintomi extrapiramidali cronici e lieve impairment cognitivo. Le valutazioni neuroimaging hanno mostrato atrofia nei poli temporali, ventriculomegalia posteriore, atrofia cerebellare e calcificazione sul plesso coroideo e sulla ghiandola pineale. La differenza tra i cambiamenti istologici indotti dal'Aloperidol sul modello animale e quello osservato sui pazienti del nostro studio, si trova nella corteccia frontale, suggerendo così la presenza di due modelli neurobiologici di schizofrenia negli uomini: fronto-striatali e temporali-limbico-striatali . La persistenza dei sintomi extrapiramidali durante il trattamento con l'aloperidolo può essere considerata come un indicatore clinico del rischio di esito negativo e di un'indicazione potenziale per il cambiamento di terapia.

---

Mutică M (1), Marinescu I, Militaru F, Pîrlog MC, Udriştoiu I., Clinical and biological outcomes of prolonged treatment with haloperidol in schizophrenia. Rom J Morphol Embryol. 2016;57(2):477-81. Author information: (1) Department of Psychiatry, Faculty of Medicine, University of Medicine and Pharmacy of Craiova, Romania; [email protected].

Abstract

Paranoid schizophrenia with long-term course is a challenge for the clinical and therapeutic research, particularly because chronic course is difficult to identify due to the high rate of mortality in this category of patients. The therapeutic stability on an antipsychotic molecule (haloperidol) is indeed an exception, since the current trend in the case of unfavorable course is based on therapeutic versatility and polypharmacy. Haloperidol is the first-generation antipsychotic that is referred in the therapeutic guidelines as the "golden standard" regarding its efficacy on positive symptoms. The research in fundamental and molecular psychopharmacology has shown the aggressivity of this molecule on the secondary and tertiary signaling chains, including mitochondrial alterations. On male patients with paranoid schizophrenia (positive symptoms) and a chronic course of more than 35 years who received exclusively haloperidol, our study demonstrated an negative outcome with the loss of social functioning, persistence of positive symptoms, chronic extrapyramidal symptoms and mild cognitive impairment. The neuroimaging evaluations have shown atrophy in the temporal poles, posterior ventriculomegaly, cerebellar atrophy and calcification on choroid plexus and pineal gland. The difference between the histological changes induced by haloperidol on animal model and the ones on the patients in our study is located in the frontal cortex, thus suggesting the presence of two neurobiological models of schizophrenia in men: fronto-striatal and temporal-limbic-striatal. The persistence of extrapyramidal symptoms during the treatment with haloperidol may be considered as a clinical marker of the risk for negative outcome and a potential indication for the therapeutic switch.