Narcosi pedagogica rieducativa

In ogni campo si cerca sempre di trovare un metodo per risolvere i problemi alla radice, il sistema penitenziario ha trovato un modo efficace per robotomizzare i reclusi. Premesso che i tossicodipendenti sono dei malati che andrebbero curati in una struttura adeguata alle loro problematiche, in modo che fossero ridati alla società guariti e migliori di quello che erano.

Quando ministro della giustizia era il leghista Roberto Castelli, inaugurò in pompa magna una struttura in Emilia Romagna all'avvanguardia, dove i tossicodipendenti erano seguiti solo dal personale medico, la polizia penitenziaria stazionava esclusivamente intorno al perimetro dello stabile.

I recusi lavoravano, frequentavano scuole, seguivano corsi di formazione, venivano monitorati nell'evoluzione della loro guarigione.

Chi legge potrà immaginare come nella conferenza stampa, i paroloni si sprecavano sulla nuova era della cura della tossicodipendenza. Alla fine è rimasta solo quella struttura, non so se è ancora aperta, o non l'hanno modificata.

Il programma di aprire strutture di questo tipo, era del governo di sinistra, Castelli fece solo l'inaugurazione e si appropriò mediaticamente del progetto, che poi affossò come fece anche con il nuovo codice penale scritto dal PM di Veezia Nordio, incaricato dal governo Berlusconi con l'approvazione della Lega, partito Castelli. Credo che fin dall'inizio, Berlusconi, Bossi e Fini non avessero nessun interesse a cambiare il codice fascista Rocco del 1930.

Nelle carceri i tossicodipedenti aspettano il carrello della felicità (l'infermiera che passa con il carrello delle terapie tra cui i psicofarmaci), l'unico momento che questi detenuti "malati" prestano la massima attenzione, sia perchè provano gioia per il "nettare" che arriva e li fa stare bene, e sia la paura che l'inferiere possa sbagliare e dare quache goccia in meno del psicofarmaco.

Non sono solo i tossicodipendenti a prendere queste terapie, ma anche tanti detenuti che non riescono a sopportare le tante limitazioni e gli abusi sistematici che la magioranza dei direttori di turno infliggono nelle carceri.

Nelle careri l'illegalità è un fenomeno sistematico e coperto da una omertà dell'apparato, principalmente dai vertici che sono al ministero della giustizia.

Durante la detenzione i tossicodipendenti, con i psicofarmaci dormono tutto il tempo, quando vengono scarcerati si svegliano e ricominciano a drogarsi e commettere reati per procurarsi i soldi per l'acquisto degli stupefacenti.

Oramai sulle migliaia di tossicodipendenti si è creato un business che muove cifre molto importanti, sia all'interno delle carceri che le strutture fuori e in ultimo le comunità.

Non bisogna dimenticare che il traffico di droga muove un economia a livello mondiale di somme stratosferiche, i beneficiari sono le banche, i servizi segreti di mezzo mondo controllano e usano questo universo per i loro fini; tutti ricordiamo lo scandalo "Contras", dove l'apparato USA vendeva droga per acquistare armi per rifornire le squadre antisandiniste in Nicaragua.

Come la guerra scatenata dagli USA, in Colombia, servita unicamente per tenere truppe nel suo "giardino di casa" che gli stava sfuggendo di mano.

Un circolo vizioso che tutti gli attori del sistema non hanno nessuna intenzione di cambiare, per questo motivo continuano a "bombardare" in quantità industriali i reclusi tossicodipendenti, sia per renderli addomesticati e ubbidienti, e sia per far guadagnare anche le case farmaceutiche.

Oristano novembre 2016
De Feo Pasquale